AUGURI CON IL DE EVANGELIUM CALCIUM

Premessa.

In seguito alla recentissima scoperta di un papiro ritrovato in un grotta nel Sinai risalente al cinquanta dopo Cristo, sono emersi fatti estremamente clamorosi relativi al gioco del calcio.

Dalla traduzione del papiro emerge infatti che il gioco del calcio non è stato inventato dagli inglesi ma era già presente in Palestina all’epoca di Cristo ivi importato dai romani che,padroni dell’intero modo allora conosciuto,organizzavano già dei campionati imperiali anche se diretti da arbitri designati dagli stessi romani che impedivano la sconfitta della rappresentativa di Roma (in maglia bianco-nera). Non solo, ma per regolamento approvato dalla f.i.g.a. (federazione imperiale giochi arenici), , organismo gestito dal solo Senato di Roma,chi riusciva a sconfiggere Roma a fine gara veniva lasciato all’interno dell’arena nella quale venivano fatti entrare i leoni: pare che derivi da lì il coro degli spettatori: “ undici,undici,undici leoni!!! ”

Gesù fin da bambino aveva una grande passione per il calcio e quando era libero dagli impegni della gestione della falegnameria di famiglia ,giocava nella modesta squadra locale del Bethlem che il presidente Giuseppe, vista l’indole del figlio, aveva iscritto negli Amatori.

Gesù,in virtù anche della sua professione, tirava delle gran legnate e con la palla faceva veramente miracoli e quindi era osannato dai suoi compagni e dai tifosi, era (come Scalici) contemporaneamente presente in tutte le zone dell’arena, anche se l’apice del suo gradimento si verificò fuori dal campo quando ,da Cavicchium a Qualtum alla cena della sportiva, finito il vino lo ritrasformò dall’acqua tra gli osanna dei suoi compagni di gioco che però,bevendo così il doppio e prendendo un gran ballone,nella successiva partita non toccarono un pallone.

Questa sua bravura però destava anche serie preoccupazioni perché si sapeva benissimo che prima o poi sarebbe stata notata da altre squadre più rinomate, con il rischio di un suo trasferimento.

La rappresentativa della Palestina (la Palestinese), la più acerrima rivale di quella romana, era gestita direttamente dal Sinedrio che aveva incaricato come mister addirittura il sommo sacerdote Kaifa con il compito di allestire la rosa migliore per contrastare il superpotere romano, e Kaifa ben presto si avvide delle prodezze di Gesù e lo convocò nella rappresentativa palestinese e, contemporaneamente, lo fece tesserare dal Gerusalem militante in prima categoria che,ultimo in classifica,grazie a Gesù ottenne la “salvezza” senza gli spareggi.

Al campionato imperiale (antesiniano della coppa del mondo) che si svolgeva ogni due anni, partecipavano moltissimi popoli provenienti dalle zone più disparate dell’impero romano, in particolare, si evidenziano nel papiro, alcune curiosità, infatti accanto a squadre provenienti dell’Allemagna,dalla Grecia,dal Metaponto,dall’Egitto,ecc., una rappresentativa veniva dalla Frocia e, primo esempio dell’apertura della politica romana verso tutti,Troia era presente con una rappresentativa di calcio femminile: nulla di strano se non fosse perché Frocia vinceva sempre la coppa disciplina in quanto i giocatori, praticando una marcatura a uomo, non si lamentavano mai dei falli subiti(neppure quelli da dietro), mentre le calciatrici troiane venivano esageratamente rispettate in quanto,se ricevevano un fallo, volevano essere pagate

Ovviamente i romani non potevano trascurare questa nuova potenza della squadra palestinese e quindi, per vincere anche l’edizione del campionato imperiale del 33 D.C. (ovviamente non lo sapevano ancora), dovevano trovare un rimedio che non fosse apparentemente troppo antisportivo.

Lo stesso Imperatore Cesare era molto in apprensione e quindi convocò il Procuratore Ponzio Pilato incaricandolo di risolvere la cosa e dicendogli : “so che sei abituato a lavartene le mani ma questa volta, se sbagli, le mani te le faccio tagliare così non avrai più bisogno di lavarle…..”: questa frase gli fece un poco ponzio e cominciò quindi ad escogitare un piano per impedire a Gesù di giocare nella Palestinese, intanto iniziando un potenziamento dei calciatori romani attraverso la nuova disciplina atletica da lui ideata,il Pilates.

La rappresentativa romana e quella palestinese, avendo vinto i rispettivi gironi, dovevano disputare la finalissima e il risultato sembrava scontato in quanto anche i buk machers davano la vittoria dei romani a dieci.

Ponzio Pilato mise in atto il suo diabolico piano: il giudice sportivo ricordò infatti a Ponzio che una regola da poco inserita dal Senato romano per poter mettere in evidenza chi era veramente a comandare anche nello sport, prevedeva di far scegliere al popolo, relativamente ad un solo ruolo,chi far giocare come titolare in una qualunque rappresentativa, esclusa ovviamente quella romana: il popolo radunato in piazza (la piazza del popolo) doveva scegliere tra due nominativi di ottima reputazione calcistica e nel ruolo proposti da uno staff tecnico scelto dal Senato stesso.

Decisero intanto di scegliere il ruolo di libero in quanto in prigione un certo Barabba non faceva altro che gridare :”fatemi uscire voglio essere libero,voglio essere libero!” e quindi i romani spacciarono Barabba per essere adatto al ruolo anche se aveva giocato solo nelle giovanili come portiere possedendo quella caratteristica (essere svelto di mano) che poi lo aveva portato in prigione

Ma come fare,si chiedeva Ponzio Pilato, a fare scegliere un altro giocatore al posto di Gesù eludendo l’inevitabile scelta dei palestinesi e delle altre rappresentative dominate da Roma?

L’ingegnum romanum escogitò quindi l’organizzazione di due contemporanee manifestazioni distinte: una nella piazza del popolo dove sarebbe stata richiesta obbligatoriamente ai presenti una somma per il fondo di sostentamento dei senatori, mentre l’altra prevedeva,con ingresso gratuito, di assistere alla finale terzo-quarto posto tra le rappresentative di Frocia e di Troia :ovviamente la morbosa curiosità dell’evento avrebbe portato sugli spalti la grande maggioranza del popolo.

Per riempire invece la piazza per la decisione sportiva, che sarebbe stata deserta vista la finalità in programma,vennero convocati,in borghese, tutti i soldati e centurioni fuori servizio,vestiti con abiti locali, oltre ad un folto gruppo di noti mercenari appositamente fatti giungere via mare da una lontana località dell’Appenninum, situata nelle vicinanze del distaccamento militare di Pianus del Voglium, attirati dal compenso economico in sesterzi. E’ scritto però che poi Ponzio Pilato,dopo averli conosciuti,non volle pagarli tanto che,passando con la sua biga in prossimità di un Bivio tra due ali di mercenari urlanti,il suo cocchiere gli fece osservare;”Ponzio i mercenari chiedono sesterzi” e lui rispose :”no, vado dritto”.

La finta assemblea del popolo sportivo opportunamente si svolse molto rapidamente e,come noto, fu scelto Barabba come libero della Palestina

L’imperatore non mancò di ringraziare Ponzio Pilato ma però considerò il fatto che due anni dopo, si sarebbe ripetuto il problema,Gesù andava eliminato: gli fu chiesto di portare sul Golgota due pali di legno della porta di calcio per fare due tiri e quando osservò che mancava la traversa lo rassicurarono che lo avrebbero collocato proprio all’incrocio dei pali,e così è stato, volendo dimostrare Roma chi era il vero padrone del mondo.

Mentre era sulla croce, ai suoi piedi il medico della rappresentativa palestinese Armocidam gli fece coraggio dicendo che se in un paio di ore poteva recuperare uno stiramento,in circa tre giorni poteva anche resuscitarlo e così fu.

Ai due lati Gesù riconobbe,pure essi in croce, due suoi compagni di squadra :Minarini e Panno e quando chiese loro perché i romani li avessero crocifissi risposero che i romani non c’entravano nulla perché era stato il mister Kaifa per sbarazzarsi di loro, allora Gesù li rincuorò promettendo loro un posto in squadra in paradiso ; viene anche narrato che fu proposto a Gesù dell’aceto ma non volle berlo mentre Panno disse: “lo bevo io,lo bevo io !!”.

Infine,dopo tre giorni,le pie donne comunicarono esultanti la risurrezione di Gesù dal sepolcro,(l’unico a non meravigliarsi fu ovviamente Armocidas che lo aveva già previsto).

Giovanni e Pietro accorsi all’interno videro due angeli e una serie di bende disposte su una pietra e quando chiesero:”è di cotone?” i due angeli risposero “ No, è di Panno….”

Era ancora Primavera e in quell’anno,come per miracolo,il Bethlem vinse la finale amatori contro il Nazaret disputata al Dallaram di Bononia, mentre il Gerusalem conquistò la Promozionem agli spareggi battendo il Sestum Imolensis per 6 a 0 con tripletta ciascuno ei redivivi Panno e Menarini.

AUGURI A TUTTI, AI NOTI E AGLI ANONIMI,AI GRANDI E AI PICCINI, E SIATE OTTIMISTI E FELICI PERCHE’ DA ALLORA,GRAZIE A GESU’, IL CAMPIONATO PIU’ DIFFICILE CONTRO OGNI TATTICA E CONTRO OGNI SORTE E’ STATO VINTO CONTRO L’AVVERSARIO PIU’ TEMIBILE, LA MORTE.

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